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Suo padre è sempre stato un tipo attento ai particolari. Ste-
fano racconta più o meno come si sono svolti i fatti e natural-
mente la madre, senza capire che a sedici anni ci possono es-
sere già delle regole: "Ma perché non gli hai dato il cappello?
Te ne avrei fatto un altro...".
Mentre il padre abbandona i particolari per passare a qual-
cosa di più grosso: "Stefano, di' la verità, la politica non c'en-
tra, vero?".
È stato chiamato il medico di famiglia, il quale gli ha dato
la classica aspirina e lo ha mandato a dormire. Prima di ad-
dormentarsi, Stefano decide: nessuno gli metterà mai più le
mani addosso. Mai più senza uscirne malconcio.
Al bancone della segreteria c'è una donna con i capelli di
un rosso carico, il naso un po' lungo e gli occhi sporgenti. Non
è certo una bellezza.
"Ciao, ti devi iscrivere?"
"Sì."
"Be', sì, ti può far comodo" dice accennando al suo occhio
ancora un po' pesto e prende una scheda da sotto il tavolo. Non
è neanche simpatica.
"Nome?"
"Stefano Mancini."
"Età?"
"Diciassette, a luglio, il 21."
"Via?"
"Francesco Benziacci, 39." Poi aggiunge: "3.2.9.27.14", pre-
cedendo così la domanda successiva. La donna alza il viso.
"Il telefono, no? Solo per la scheda..."
"Non certo per andare a giocare a videopoker."
Gli occhi sporgenti lo fissano per un attimo, poi finiscono
di compilare la scheda.
"Sono centoquarantacinque euro, cento per l'iscrizione e
quarantacinque ogni mese."
Stefano mette i soldi sul bancone.
La donna li infila in una sacchetta con la zip che richiude
nel primo cassetto, poi, dopo aver poggiato un timbro su una
spugnetta imbevuta di inchiostro, da un colpo deciso alla tes-
sera. Budokan.
"Si paga all'inizio di ogni mese. Lo spogliatoio è al piano
di sotto. Chiudiamo la sera alle nove."
Stefano si rimette il portafoglio in tasca, con la nuova tes-
sera nello scomparto laterale e centoquarantacinque euro in
meno.
"Tocca, tocca qua, è ferro. Ma che dico, acciaio!" Lucone,
un tipo tozzo e basso dalla faccia simpatica, mostra un bicipi-
te grosso ma poco definito.
"Ancora parli? Roba che se ti buco con uno spillo ti faccio
sparire."
Pollo si batte sulla spalla, facendo rumore. "Questa è roba