125944.fb2 Quando andammo a vedere la fine del mondo - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 2

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Ruby rientrò nella stanza. «Era mia sorella, chiamava da Fresno per farmi sapere che lei sta benissimo. Fresno non è stata neppure toccata dal terremoto.»

«Terremoto?» chiese Paula.

«Sì, in California» spiegò Mike. «Questo pomeriggio. Non lo sapevi? Ha spazzato via buona parte di Los Angeles, e l’hanno sentito lungo tutta la costa, praticamente fino a Monterey. Pensano che sia dipeso da quelle bombe che sono state fatte scoppiare sottoterra, nel deserto del Colorado.»

«In California, continuano a succedere disastri uno dopo l’altro» disse Marcia.

«Meno male che quelle amebe sono fuggite laggiù all’est» disse Nick. «Pensate che razza di complicazione, per quei poveracci di Los Angeles, se si fossero visti capitare anche quelle.»

«Capiteranno» sentenziò Tom. «Scommetto quello che vuoi che si riproducono per spore, nell’aria.»

«Come i germi tifoidei del novembre scorso» disse Jane.

«Quello era colera» corresse Nick.

«In ogni modo» riprese Phil «stavo raccontando a Tom e a Fran quello che abbiamo visto alla fine del mondo. Era il sole che diventava una nova. E come lo facevano vedere bene, anche! Intendiamoci, non puoi certo essere lì a vivere l’esperienza materialmente, bisogna pensare che c’è il calore spaventoso, le radiazioni, e così via. Però ti presentano la cosa in modo periferico, molto elegante, nel senso McLuhanesco della parola. Prima ti portano a circa due ore dallo scoppio, capito? E di qui a non so a quanti miliardi d’anni, di preciso, in ogni modo di tempo ne passa, perché gli alberi sono completamente diversi, coperti di squame azzurre e con rami che sembrano funi, e gli animali sono così strani con una gamba sola, che saltellano attorno su una specie di trampolo…»

«Ma va, non ci credo!» esclamò pigramente Cynthia.

Phil la ignorò con bel garbo. «E non si vedeva nessuna traccia di esseri umani, non una casa, non un palo di telefono, niente, perciò penso che chissà da quanti millenni eravamo già estinti, no? Ti fermano lì, dicevo, e ti lasciano contemplare un po’ la situazione. Senza uscire dalla macchina del tempo, naturalmente, perché l’atmosfera non è adatta, a sentir loro. Poi, un po’ alla volta, il sole comincia a gonfiarsi. Eravamo un po’ nervosi, vero, Isabel? Sì, dico, mettiamo che avessero calcolato male qualcosa? Un viaggio così è un concetto molto nuovo, può sempre capitare che qualcosa vada storto. Il sole diventava sempre più grosso, poi si è visto un coso simile a un braccio che sembrava saltar fuori dal lato sinistro: un grosso braccio infuocato che si protendeva attraverso lo spazio, avvicinandosi sempre più. Noi lo vedevamo attraverso vetri affumicati, come si guarda un eclisse. Ci hanno lasciato seguire l’esplosione per un paio di minuti e ci accorgevamo già che la temperatura saliva. Poi, abbiamo fatto un balzo in avanti nel tempo di un paio d’anni. Il sole era tornato della sua forma normale, soltanto che era più piccolo, non so come spiegarvi: un solicello bianco, invece di un bel sole giallo. E sulla Terra tutto era cenere.»

«Cenere» ripeté Isabel, con enfasi.

«Sembrava un po’ Detroit dopo che il sindacato aveva messo k.o. la Ford» disse Phil. «Peggio, però: molto peggio. Intere montagne completamente fuse. Oceani disseccati. Tutto in cenere.» Rabbrividì e accettò una sigaretta da Mike. «Isabel piangeva.»

«Quei poveri cosini su una gamba sola» disse Isabel. «Pensate, completamente spazzati via!» Cominciò a singhiozzare. Stan la consolò. «Chissà perché tutti quelli che ci vanno vedono una fine diversa» disse. «Il gelo. Gli oceani. Il sole che esplode. Oppure le cose che hanno visto Nick e Jane.»

«Sono convinto che ciascuno di noi ha vissuto un’esperienza autentica in un futuro di là da venire» disse Nick. Sentiva di dover riacquistare un ascendente sul gruppo, in un modo o nell’altro. Aveva vissuto un momento così bello, nel raccontare la sua storia, prima che arrivassero gli altri. «Vale a dire, il mondo soffre di una varietà di calamità naturali, non è detto che la fine del mondo sia una sola e loro continuano a mescolare le cose e a spedire la gente verso le diverse catastrofi. Ma io non ho dubitato neppure per un istante di assistere a un evento autentico.»

«Dobbiamo andarci anche noi» disse Ruby a Mike. «Ci si va in tre ore appena. Perché non telefoniamo, lunedì mattina, e non prendiamo un appuntamento per giovedì sera?»

«Lunedì ci sono i funerali del Presidente» le fece notare Tom. «L’agenzia di viaggio sarà chiusa.»

«L’hanno poi preso, l’assassino?» chiese Fran.

«Al notiziario delle quattro non hanno detto niente» disse Stan. «Mi sa che la farà franca, come è successo l’ultima volta.»

«Va’ un po’ a capire perché tutti vogliono diventare presidenti» disse Phil.

Mike mise su un po’ di musica. Nick ballò con Paula. Eddie ballò con Cynthia. Henry si era addormentato. Dave, il marito di Paula, aveva le stampelle a causa di un’aggressione subita, e invitò Isabel a sedersi vicino a lui, per tenergli un po’ di compagnia. Tom ballava con Harriet, pur essendo sposato con lei. Lei era uscita dall’ospedale da pochi mesi, dopo il trapianto, e lui la trattava con estrema tenerezza. Mike ballava con Fran. Phil ballava con Jane. Stan ballava con Marcia. Ruby si avvicinò a Eddie e Cynthia, e si appropriò del cavaliere. Poi Tom ballò con Jane e Phil ballò con Paula. La bambina di Mike e Ruby si svegliò e fece un’apparizione per salutare gli ospiti. Mike la rimandò a letto. In lontananza, si sentì il rumore di un’esplosione. Nick ballò di nuovo con Paula, ma non voleva venirle a noia prima di martedì, così si scusò e andò a chiacchierare con Dave. Dave si occupava di quasi tutti gli investimenti di Nick. Ruby disse a Mike: «Il giorno dopo i funerali, ti ricorderai di telefonare all’agenzia di viaggi?» Mike disse di sì, ma Tom osservò che senza dubbio qualcuno avrebbe sparato al nuovo presidente, e ci sarebbe stato un nuovo funerale. Stan osservò che quei funerali stavano compromettendo la produttività nazionale, con tutte le attività ferme per lutto continuamente. Nick vide Cynthia svegliare Henry e chiedergli in tono brusco se l’avrebbe portata a fare quel viaggio alla fine del mondo. Henry taceva imbarazzato. Lo sapevano tutti che la sua fabbrica era stata fatta saltare, a Natale, durante una dimostrazione di pace, e che lui si trovava in cattive acque. «Puoi fartelo mettere in conto» disse Cynthia, e la sua voce autoritaria si udiva benissimo al di sopra del chiacchiericcio. «È talmente bello, Henry. Il ghiaccio. O il sole che esplode. Voglio andarci.»

«Dovevano venire anche Lou e Janet, stasera» disse Ruby a Paula. «Ma il loro figlio più giovane è tornato dal Texas con quella nuova forma di colera, e così sono stati costretti a rimandare.»

Phil disse: «Ho sentito che una coppia ha visto la luna disintegrarsi. Si era avvicinata troppo alla terra, poi si è spaccata in tanti pezzi e i pezzi cadevano come meteore. Fracassando tutto, capite? Un frammento enorme per poco non investiva la loro macchina del tempo».

«A me quello non sarebbe piaciuto» disse Marcia.

«Il nostro viaggio è stato molto bello» disse Jane. «Niente cose violente. Solo quel gran sole rosso, la marea e quel granchio che strisciava lungo la spiaggia. Eravamo tutti e due profondamente commossi.»

«Incredibile, quello che riesce a fare la scienza al giorno d’oggi» disse Fran.

Mike e Ruby rimasero d’accordo che avrebbero cercato di combinare per un viaggio alla fine del mondo non appena il funerale fosse terminato. Cynthia, che aveva bevuto troppo, si sentì male. Phil, Tom e Dave si misero a discutere di borsa. Harriet raccontò a Nick l’operazione subita. Isabel flirtava con Mike, tirandosi sempre più in giù la scollatura. A mezzanotte, qualcuno accese il televisore per vedere il telegiornale. C’erano alcune sequenze sul terremoto, poi l’annunciatore raccomandò di bollire l’acqua a tutti quelli che abitavano negli Stati interessati. Qualche immagine della vedova del presidente, in visita alla vedova dell’ultimo presidente, per farsi dare qualche consiglio per i funerali. Infine, un’intervista con un dirigente della società dei viaggi nel tempo. “Un successo fenomenale” diceva il dirigente. “Prevediamo che, l’anno prossimo, i viaggi nel tempo costituiranno l’industria in maggior sviluppo della nazione.” L’intervistatore chiese se la compagnia avrebbe avuto presto qualcos’altro da offrire, oltre i viaggi alla fine del mondo. “In seguito, speriamo di sì” disse il dirigente. “Quanto prima sottoporremo i nuovi programmi all’approvazione del Congresso. Nel frattempo, la richiesta per quanto abbiamo da offrire oggi è altissima. Non se ne ha un’idea. Naturalmente c’era da aspettarselo di ottenere un immenso successo con cose apocalittiche, in tempi come questi.” “In che senso, in tempi come questi?” chiese l’intervistatore. Ma, mentre stava per rispondere, il funzionario della Società Viaggi nel Tempo venne interrotto da un comunicato commerciale. Mike spense il televisore. Nick si accorse di essere estremamente depresso. Probabilmente dipendeva dal fatto che tanti suoi amici avevano fatto quel viaggio, mentre lui e Jane avevano creduto d’essere stati i soli a farlo. Si trovò fermo accanto a Marcia e tentò di descriverle il modo in cui si muoveva il granchio, ma Marcia si limitò a una scrollata di spalle. Nessuno parlava più di viaggi nel tempo, ormai. La festa aveva superato quella fase, era passata oltre. Gli ospiti si congedarono abbastanza presto e Nick e Jane se ne andarono subito a dormire, senza nemmeno fare all’amore. Il mattino dopo, il giornale della domenica non venne recapitato a causa di uno sciopero e la radio disse che le amebe mutanti si stavano rivelando più difficili da sradicare di quanto era stato previsto in un primo momento. Stavano contaminando anche il Lago Superiore, e tutti, nella regione, avrebbero dovuto bere soltanto acqua bollita. Nick e Jane discussero sul dove andare per la loro prossima vacanza.

«Se andassimo a vedere un’altra fine del mondo?» suggerì Jane, e Nick trovò che era un’ottima idea. «La gente» disse «ha veramente bisogno di distrarsi.»