123635.fb2 Il mattatore - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 2

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— Oh, non preoccuparti, Richard. Questa volta è sul serio.

— Ssssss! — sibilò divertito il tecnico. — Già, era sul serio anche quando hai piantato il Bijou. Solo cne una settimana dopo sei venuto a lavorare qui. E adesso, Mercuzio?

— Ufficio collocamento attori, vecchio. Forse una piccola parte in qualche posto. — Thornier gli sorrise benignamente. — Non ti crucciare per me.

— Thorny, non riesci a ficcarti in testa che il teatro è morto? Non esiste più teatro! Né film, né televisione, eccetto che per i morti e il Maestro. — Batté con la mano sulla copertura metallica della macchina.

— Ho detto — spiegò con pazienza Thorny — «ufficio collocamento» e «piccola parte». Tu… tu, scalpellino dell’era delle macchine, immagine creata soltanto dalle parole.

— Già.

— Credevo che tu volessi che io piantassi questo lavoro, Richard.

— Sì! Se tu riuscissi a fare qualcosa che ti giovasse. Ryan Thornier, eroe di Partiam, partiam, che interpreta un martire con secchio e scopa! Ah ah ah! Mi fai venire i crampi. E ci ricascherai di nuovo. Tu non puoi stare lontano dal palcoscenico, anche se tutto quello che puoi fare è asciugare le macchie di olio.

— Non puoi proprio capire — disse Thornier rigido.

Rick si rizzò per guardarlo, tolse le braccia dal Maestro e vi si appoggiò sopra. — Non posso, Thorny — disse con voce più dolce. — O forse posso. Tu sei un attore e hai sempre interpretato delle parti. Le hai persino vissute. Immagino che tu non possa farci niente. Ma potresti almeno trovarti una parte più saggia da interpretare.

— È stato il mondo a scegliere la parte che devo interpretare — annunciò Thornier con una faccia da funerale.

Rick Thomas si batté una mano sulla fronte e poi se la passò, esasperato, lentamente sulla faccia. — Ci rinuncio! — brontolò. — Guardati! Idolo delle matinées che manovra una scopa. Otto anni fa era sensato… sensato secondo il tuo punto di vista, comunque. Un gesto drammatico. Attore di primo piano rinuncia alle offerte dell’autodramma e accetta di fare il custode. Leale verso le tradizioni, il sindacato e cose del genere. Non ha fatto molto notizia, ma forse è riuscito a far zoppicare ancora un po’ il vecchio teatro. Ma dopo un po’ il pubblico ha smesso di piangere per te, e poi ha persino smesso di pensare come te!

Thornier lo fissò, ansando leggermente. — Che cosa faresti tu — sibilò — se incominciassero a costruire una scatoletta nera da attaccare a quel muro… — Agitò la mano indicando un punto vuoto sopra l’ingombrante massa del Maestro. — Una scatola in grado di riparare, controllare, dirigere e mantenere in ordine… tutte le cose che stai facendo tu… quest’assurda baracca. Supponi che nessuno abbia più bisogno di elettrotecnici.

Rick Thomas ci pensò su per un momento poi sogghignò. — Be’, suppongo che allora cercherei un lavoro per fabbricare quelle scatolette nere.

— Non mi fai ridere, Richard!

— Non ne avevo l’intenzione.

— Tu… tu non sei un artista. — Rosso per l’ira, Thornier lavò insistentemente il pavimento vicino alla cabina di controllo.

Da qualche parte, in basso, sbatté una porta, molto lontano dalla cabina sopra il palcoscenico. Thorny posò da un lato la scopa e andò a guardare alla finestra. Il clop, clop, clop dei passi veloci si avvicinò al corridoio centrale.

— Sua Eccellenza Imperio — mormorò il tecnico guardando l’orologio. — O l’orologio è avanti di due minuti, oppure questa è la mattina in cui ha fatto il bagno.

Thornier sorrise acidamente verso il corridoio centrale, seguendo con gli occhi la figura ondeggiante del direttore del teatro. Quando D’Uccia scomparve oltre la balconata di fondo, riprese a strofinare il pavimento.

— Non capisco perché tu non cerchi un lavoro come venditore, Thorny — arrischiò Rick, tornando al proprio lavoro. — Un buon venditore è come un attore, meno il temperamento. Ci sono un mucchio di richieste per buoni attori, adesso che ci penso. Politici, grandi capi, persino generali, alcuni di loro sembrano basarsi esclusivamente sulle loro doti drammatiche. La storia lo dimostra.

— Bah, io non sono un commediante. — Si fermò a osservare Rick che stava mettendo a punto il Maestro, poi scosse lentamente la testa. — Tranquillizza la tua coscienza, Richard — disse alla fine.

Sorpreso, il tecnico fece cadere il cacciavite e guardò in su con aria interrogativa. — La mia coscienza? Che diavolo c’è che non va nella mia coscienza?

— Oh, non fingere. È per questo che ti preoccupi così per me. Lo so che tu non puoi farci niente se il tuo… lavoro ha pervertito una grande arte.

Rick lo fissò incredulo per un momento. — Tu credi che io… — e tossì. Divenne paonazzo dalla rabbia. Fissò il vecchio istrione e cominciò a smoccolare tra i denti.

Improvvisamente Thornier si pose un dito sulle labbra e lo zittì. Accennò con gli occhi verso il retro del teatro.

— Ma era solo D’Uccia sulle scale — incominciò a dire Rick. — Che cosa…?

— Shhhh!

Stettero in ascolto. Il custode sorrise acidamente. Un attimo più tardi accadde, dapprima un grido smorzato, poi…

Bbbrrummmpb!

Le finestrelle della cabina di controllo tremarono, Rick guardò verso l’alto con la fronte aggrottata.

— Che cosa…?

— Shhhh!

Il tonfo fu seguito da un sordo brontolio di bestemmie.

— Ma è D’Uccia. Che cosa è successo?

Il sordo brontolio divenne improvvisamente un tonante fiotto di maledizioni da qualche parte dietro le balconate.

— Ehi! — disse Rick. — Deve essersi fatto male.

— Nooo. Ha semplicemente trovato le mie dimissioni, ecco tutto. Vedi? Ti avevo detto che me ne sarei andato.

Il muggito blasfemo divenne man mano più forte, accompagnato contemporaneamente da un rimbombo di passi elefantini sulle scale ricoperte dal tappeto.

— Non è poi tanto dispiaciuto che tu vada via — grugnì Rick disorientato.

D’Uccia apparve di colpo in fondo al corridoio. Si bloccò con le gambe divaricate, una mano appoggiata al fondo della spina dorsale e con l’altra agitava un giglio dorato.

— Doratore di gigli! — urlò. — Pittore dei miei stivali! Disgraziato! Vieni fuori, spiritosone!

Thornier sporse con tutta calma la testa dalla finestrella della cabina di controllo, fissò con le sopracciglia alzate il direttore furioso. — Mi ha chiamato, signor D’Uccia?

D’Uccia sembrò soffocare un paio di volte prima di riuscire a ritrovare un po’ di fiato.

— Thornièrre!

— Sì, signore?

— Hai finito con me, hai capito?

— Che cosa ho finito, capo?

— Hai finito. Mi vado a trovare un negozio di servorobbòt. E mi compro una macchina lavapavimenti. Ti do i quindici giorni.

— Digli che non li vuoi — grugnì Rick sottovoce. — Vattene sotto il suo naso.